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Osteopati e chiropratici. De Biasi non usi argomenti pretestuosi per difendere una norma incostituzionale

 


Gentile Direttore,

in risposta all’articolo apparso sul suo quotidiano il 19 maggio 2016, vorrei rispondere alla Senatrice De Biasi, la quale afferma: “Ci sono le due nuove professioni che vengono istituite (osteopata e chiropratico)….. Capisco tutto e sono consapevole che ci sono contrarietà; sono consapevole che c'è una professione in particolare che è contraria all'istituzione di un albo composito di tecnici della riabilitazione”.

Ricordo alla stessa che detta terminologia è già stata superata con la legge 42/99 e successivamente ribadita e confermata con le ulteriori Leggi 251/00 e 43/06.

Nel merito della sua affermazione in Aula, che qui riporto: “Cari colleghe e colleghi, però, mi volete dire cosa c'entra il dissenso con l'insulto, la minaccia e il dare dei ladri a tutti noi - questo è successo - in nome di una professione che dovrebbe, viceversa, curare in modo dolce le persone?”, intravedo un’enorme difficoltà per poter sostenere l’approvazione di una norma che confligge costituzionalmente con l’art.3 comma 14 già approvato in Aula, ossia gli art. 4 e 12, che prevedono rispettivamente, l’istituzione della Professione di Osteopata e Chiropratico.

Risulta chiaro, palese e costituzionalmente inammissibile, che un ramo del Parlamento possa approvare le norme di riferimento superiormente espresse. Come tra l’altro risulta contraddittoria la dichiarazione della Relatrice che qui si riporta integralmente: "Preferiamo che ci siano studi con targhe recanti la scritta osteopata senza che sia stata conseguita una laurea? Preferiamo che vi sia la scritta fisioterapista senza che sia stata conseguita una laurea o esista un albo? Preferiamo che vi sia l'etichetta di chiropratico senza che vi sia la validazione di una laurea? Oppure preferiamo che, insieme, si lavori in modo trasparente, finalmente, con sanzioni deontologiche ad oggi assenti in questo Paese? Dobbiamo scegliere per le professioni, come lo scegliamo per noi, la trasparenza. E il codice deontologico garantisce questa trasparenza. E serve anche un po' di generosità, perché non è possibile pensare solo ed esclusivamente al mercato dei pazienti. È questo alla fine il problema, perché è in gioco la qualità della salute dei cittadini".

L’intero contesto appare assolutamente a difesa di una norma, politicamente protetta, utilizzando anche lo strumento mediatico per definire e generalizzare come “insulti e minacce” espresse, tra l’altro da pochissimi soggetti, al contrario di quanto espresso e comunicato dall’ Associazione Professionale rappresentativa AIFI e dall’ Organizzazione Sindacale SPIF AR.

Concludo , rivolgendomi alla Senatrice De Biasi, nonché a tutti i Senatori, nella speranza che possano leggere il presente articolo, che il Sindacato Fisioterapisti e Area Riabilitativa, non molla e non mollerà mai la presa.

Roberto Ferrara
Segretario Nazionale SPIF AR

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